INTERVISTA: CLELIA MOSCARIELLO- IO NON AMO LE ROSE (PAV EDIZIONI)

Intervista a cura di Fabia Tonazzi

Oggi abbiamo intervistato Clelia Moscariello autrice del suo ultimo libro “Io non amo le rose” per la Pav Edizioni.

“Io non amo le rose” è un libro “provocatorio” che sfida luoghi comuni e clichè.

“Non tutte le donne vorrebbero ricevere rose.“Io non amo le rose” è la mia quarta raccolta semiautobiografica che unisce, come in un cocktail sapientemente mixato e poi shakerato, ballate, racconti, riflessioni. ”

 

Nella poesia La mia vita parli di un filo, il lastrico di un burrone. Da quando l’hai scritta a oggi, cambieresti qualcosa nella struttura della poesia o è cambiato qualcosa da allora?

Mi riferisco ai momenti brutti che ho attraversato. Mi sono sentita a volte davvero ai bordi di un precipizio. Nasce proprio da quella sensazione quel componimento poetico, Dovessi riscriverla oggi, la scriverei nella stessa modalità, perché si tratta di momenti che ho vissuto in ogni caso.

In Ali di farfalla, parli dei tuoi rimpianti, dei tuoi rimorsi, ci sono diverse espressioni come “avrei voluto”. Ti ritieni ancora colpevole di qualcosa o ti rivolgi ad un pubblico di persone che sanno anche perdonarsi?

Io mi sono perdonata Fabia, tuttavia, potendo ritornare indietro, anche se questo non è possibile, mi perdonerei molto prima, perché ho capito e dovrebbe essere chiaro a tutti questo che colpevolizzarsi non serve proprio a nulla.

In Meraviglia, parli di risposte che non arrivano. A distanza di tempo, sono arrivate? Puoi augurarti un buon anno anche tu o sei in eterna ricerca?

Io sono una sorta di anima inquieta e tormentata, purtroppo o per fortuna, eternamente alla ricerca di risposte esistenziali, fa parte della mia natura quindi dannarmi :D. Questo aspetto, da una parte mi aiuta senz’altro a ottenere risultati elevati in ogni campo e costituisce la spinta a migliorarmi, dall’altra mi rende anche poco serena quasi sempre.

In Fermati, ti rivolgi a persone che hanno avuto a che fare con personalità narcisistiche o si tratta di un messaggio generico rivolto a chiunque?

Come hai avuto modo di intuire tu, mi rivolgo proprio a persone che hanno avuto a che fare con soggetti narcisisti. E credo che per ovvie ragioni non ci si dovrebbe soffermare più di tanto su questi individui, una volta compresi i pericoli che si corrono nell’intrattenere con essi relazioni di ogni tipo.

Cosa intendi dire nella poesia A Max  con la frase “ti auguro la saggezza più proficua di Saturno”?

Semplicemente, che per me Giove rappresenta la manna del cielo, la piccola gioia provvidenziale che salva, ma che la vera saggezza invece, quella che ci è consentita da un percorso profondo quanto autentico dentro se stessi non può esserci affatto regalata e quella bisogna conquistarsela con la propria perseveranza e determinazione.

Chewing gum è una poesia breve ma molto significativa. Come nasce questo nome?  Si tratta di una metafora?

È semplicemente un affresco, una immagine per me rappresentativa di altre, mi dà l’idea per rimandare a una certa iconografica e per rinviare ad un intero universo simbolico che per me appartiene proprio alla chewing gum.

 

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